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Banca dati ricoveri ospedalieri SDO

Il sistema di classificazione ICD9-CM, versione italiana 1997, riporta la lista ufficiale dei codici e delle descrizioni di malattie, traumatismi, interventi chirurgici e procedure diagnostiche e terapeutiche.
La ricerca ICD9-CM permette di consultare in linea il sistema di classificazione per:

  • reperire in modo semplice e veloce un codice e una descrizione
  • incrementare l'efficienza e l'accuratezza della codifica.

Le condizioni poste ai codici di diagnosi e procedure sono tratte dal sistema di controllo errori ed incongruenze MCE (Medicare Code Editor).

L'utilizzo del Manuale ICD9-CM ed il rispetto delle sue regole nonché delle linee guida di codifica emanate a livello nazionale e regionale restano tuttavia la modalità obbligata per ricerche approfondite.

Di seguito è possibile scegliere se visualizzare gli elenchi sistematici di diagnosi e procedure oppure effettuare la ricerca in base alle descrizioni o ai codici

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A tutti gli operatori della Salute Mentale delle Istituzioni associate AIOP

LORO SEDI

 

 

Cari Colleghi,

Vi scrivo per comunicare che nel mese di dicembre 2014 si è costituita, dopo alcuni incontri preliminari con strutture ad indirizzo psichiatrico di varie regioni, la Società Scientifica Italiana per l’Assistenza Psichiatrica - S.I.A.P.

L’intento che ha spinto un primo gruppo di colleghi a fondare una Società è quello di dar voce, in ambito scientifico, a tutti quegli operatori che quotidianamente, all’interno delle varie strutture psichiatriche accreditate, prestano assistenza ad ogni livello, medico, psicologico e infermieristico agli utenti nel campo della salute mentale.

L’attuale sistema sanitario italiano deve fare i conti con i problemi di contenimento della spesa sanitaria, ma al contempo deve garantire efficacia ed efficienza degli interventi e delle prestazioni erogate; ma nel campo della psichiatria, pur con varie differenze regionali, spesso l’approccio di molti provvedimenti normativi e di parte dei colleghi del servizio pubblico, è penalizzante e non tiene nella giusta considerazione il lavoro svolto dal comparto privato accreditato.

All’interno di questo panorama, ci sono sembrati maturi i tempi per costituire una Società Scientifica costituita da tutte le figure professionali che, a vario titolo, effettuano prestazioni diagnostiche, terapeutiche ed assistenziali nelle Case di cura psichiatriche accreditate di tutto il territorio nazionale e che lavorano insieme ai colleghi del SSN, affichè si esprima in termini propositivi e di confronto in tutti gli ambiti: clinici, assistenziali, di ricerca e formazione.

Le strutture psichiatriche accreditate sono una componente fondamentale della rete assistenziale per la salute mentale del SSN, e rispondono in maniera puntuale e tempestiva ai bisogni dei cittadini. Ritengo infatti che, superando la vecchia antitesi pubblico-privato, si possa arrivare ad un reale "accreditamento tra pari" scrollandosi di dosso vecchie logiche di conflittualità e sia possibile una sana integrazione nell’erogare prestazioni, a vantaggio di tutti i nostri utenti.

Un gruppo di lavoro che possa farsi portavoce anche di proposte di lavoro, di linee guida operative o di proposte normative nel campo della salute mentale e che possa garantire un’adeguata rappresentatività nel rapporto con le istituzioni locali, regionali e nazionali e con il mondo universitario

 

 

Tali attività si potranno variamente sviluppare attraverso:

 

  • gruppi di lavoro e/o commissioni appositamente costituite che possano          sviluppare  le  diverse specializzazioni ormai presenti nel campo delle neuroscienze
  • incontri scientifici e formativi;
  • la partecipazione a tavoli istituzionali;
  • la costituzione di rappresentanze regionali;
  • il coinvolgimento delle diverse figure assistenziali;

 

Personalmente considero il lavoro che attende il gruppo che si costituirà su base elettiva, alla prossima Assemblea nazionale, una sfida. Con la convinzione che la forza è sempre nel gruppo, chi si sente pronto ad accettare questa sfida, sarà il benvenuto.

 

                                                            Il Presidente pro-tempore S.I.A.P.

                                                                   Dott. Maurizio Parisi

 

 

  N.B. Per l’iscrizione e l’annualità 2015 è stata deliberata la gratuità della quota.

Perché questa informativa?

 

Occorre sapere che l'utilizzo di farmaci antipsicotici sia tipici (cioè di prima generazione) che atipici (di seconda generazione) può aumentare il rischio di complicazioni cardio-metaboliche nei pazienti che ne fanno uso: principalmente dislipidemie, aumento di peso e iperglicemia. Nella considerazione dell’indubbio beneficio e importanza che i farmaci antipsicotici rivestono nella cura di specifiche patologie, appare altresì importante che una corretta informazione venga fornita ai pazienti rispetto ad alcuni rischi specifici nell’assunzione di questi farmaci. La conoscenza da parte dei pazienti rispetto a tali rischi specifici e la collaborazione in ottica di prevenzione con il proprio psichiatra è la strategia più efficace di tutela per le persone che seguono un trattamento con antipsicotici.

 

 

Di quali farmaci stiamo parlando?

 

Stiamo parlando degli antipsicotici (detti anche neurolettici), cioè farmaci efficaci nel trattamento di patologie psichiatriche in cui sono presenti alcuni sintomi quali:

  • Allucinazioni: sono false percezioni in assenza di uno stimolo esterno reale, cioè, per esempio, vedere delle cose o sentire delle voci che non ci sono.
  • Deliri: sono disturbi del contenuto del pensiero per cui pensiamo delle idee che non sono coerenti ai dati di realtà; sono pensieri illogici, come, ad esempio, essere convinti che alcune forze internazionali possano complottare contro di me.
  • Disturbi del pensiero, che possono manifestarsi con difficoltà a pensare in modo lucido.
  • Sbalzi d’umore come, ad esempio, passare improvvisamente da uno stato di depressione ad uno di euforia (o viceversa), senza motivo.

Quindi, fondamentalmente, vengono utilizzati per il trattamento delle psicosi (come ad esempio la schizofrenia), del disturbo bipolare e in alcune forme depressive.

Sono numerosi gli antipsicotici oggi in commercio, e sono divisi in:

  • Antipsicotici tipici: tra i quali, per esempio l’aloperidolo, la clorpromazina, la tioridazina, la levomepromazina, la  perfenzania, ed altri.
  • Antipsicotici atipici: tra i quali, per esempio, la clozapina, l’aripiprazolo, l’olanzapina, il risperidone, l’asenapina, la quetiapina, ed altri.

Sia i tipici che gli atipici sono efficaci sui sintomi che abbiamo precedentemente detto, però gli atipici si sono rivelati più attivi anche sui cosiddetti 'sintomi negativi' delle psicosi (scarsa motivazione, mancanza di interesse, scarsa cura di sé), su cui i farmaci tipici mostrano una efficacia ridotta.

 

 

Quali sono i principali rischi specifici di questi farmaci?

 

Si tratta di farmaci che vanno somministrati a dosi individualizzate per cui pazienti differenti noteranno gli effetti terapeutici a dosaggi diversi.

Non danno né dipendenza né assuefazione, ma hanno effetti collaterali che è bene conoscere:

 

  • Cardiotossicità (insorgenza di aritmia cardiaca)

Un attento monitoraggio del tratto QT attraverso l’ECG è pertanto fondamentale per tenere sotto controllo l’eventuale insorgenza di aritmie associate al prolungamento di tale intervallo.

 

  • Aumento del peso corporeo, iperglicemia e diabete

Il meccanismo attraverso cui gli antipsicotici inducono un aumento ponderale includono stimolazione dell'appetito, riduzione dell'attività fisica e alterazioni della regolazione metabolica dovuta ad alterazione della sensibilità all'insulina e/o della sua secrezione.

 

  • Dislipidemie

Rischio di incremento di trigliceridi, colesterolo totale e colesterolo LDL.

 

  • Ipertensione

Questa è da collegarsi agli altri fattori di rischio cardiovascolare: aumento di peso, diabete, dislipidemie ed attitudine al fumo.

 

  • Disturbi ematologici

La clozapina può essere considerato un farmaco a sé stante per il diverso meccanismo d’azione (agisce in maniera marginale sul sistema della dopamina) e per i differenti effetti collaterali. Pur producendo minori effetti come tremori, rigidità e avendo una minor probabilità di produrre discinesia tardiva, può causare una carenza di globuli bianchi anche grave ed è pertanto prescritto con maggiore cautela, dopo che almeno altri 2 antipsicotici siano stati provati senza successo.

Agranulocitosi e neutropenia sono i rarissimi eventi avversi correlati all'utilizzo di clozapina: per questo motivo nella scheda tecnica del prodotto, sono inserite avvertenze speciali e precauzioni d'uso che prevedono il monitoraggio intensivo dei valori ematologici del paziente regolarmente ogni settimana durante le prime 18 settimane di trattamento e a intervalli di almeno 4 settimane nel periodo successivo. Il monitoraggio deve continuare durante tutto il trattamento e per 4 settimane dopo l’interruzione della somministrazione di clozapina.

 

  • Iperprolattinemia

Tra gli effetti più evidenti si segnalano disturbi mestruali e galattorrea (cioè una secrezione del latte nelle donne anche quando esse non sono in fase di allattamento).

 

  • Sintomi extrapiramidali (EPS)

L'insorgenza di sintomi extrapiramidali (EPS) è maggiormente correlata all'utilizzo di antipsicotici tipici. Si manifestano prevalentemente con rigidità, tremore a riposo, riduzione della mimica facciale, ipo- o acinesia (pochi movimenti/assenza di movimenti spontanei) e bradicinesia (movimenti lenti e impacciati), acatisia (impossibilità a stare fermi, seduti, volontà di muoversi in continuazione). In caso di assunzioni prolungate possono produrre un disturbo del movimento chiamato discinesia tardiva (che si manifesta con una serie di movimenti involontari rapidi, simili a tic). L’attenzione scrupolosa alle indicazioni del medico durante il trattamento è in grado di minimizzare la comparsa di questi effetti avversi.

Gli antipsicotici atipici sembrano determinare minori effetti collaterali tipo EPS, una minor probabilità di produrre discinesia tardiva, ma maggiori probabilità di produrre un aumento di peso, di provocare il diabete e di dare problemi sessuali.

 

 

Quanto dura il trattamento con antipsicotici?

 

La durata del trattamento dipende dalla patologia. Non esiste una regola certa che possa dire per quanto tempo dovrà essere seguita una terapia con antipsicotici. Alcune condizioni psicotiche indotte da sostanze o episodi di psicosi breve possono richiedere una terapia di breve durata. Per quadri più stabili di schizofrenia il trattamento si protrarrà a lungo.

 

 

Piano terapeutico

 

Ad oggi è stato abolito l’obbligo di diagnosi e piano terapeutico per i seguenti farmaci:

 

  • Ziprasidone
  • Olanzapina
  • Quetiapina
  • Asenapina
  • Risperidone
  • Aripiprazolo
  • Paliperidone

 

Soltanto per la Clozapina, è rimasto l’obbligo di dispensazione con piano terapeutico con indicazione di compatibilità leucocitaria emesso dallo specialista.

 

Il paziente può recarsi direttamente dal Medico di Medicina Generale (il medico curante) per ottenere la ricetta da portare in farmacia. La farmacia prenoterà il numero di confezioni del farmaco indicate in ricetta (massimo due confezioni per ricetta) per conto del paziente. Si segnala che, ad oggi, le farmacie di Palermo, riescono a consegnare al paziente il farmaco nel giro di 24-48 ore; pertanto, è opportuno ricordarsi di recarsi dal medico curante per la prescrizione del farmaco, qualche giorno prima rispetto al giorno previsto di prosecuzione o di inizio terapia, per evitare di restare scoperto dal farmaco.

 

La dispensazione dei neurolettici da parte del Servizio Sanitario Regionale (SSR) deve essere coerente ai criteri di appropriatezza prescrittiva, alle schede tecniche dei medicinali, alle note AIFA di riferimento e, ove previsto, ai provvedimenti autorizzativi specifici di ciascun medicinale. In parole povere, l’assunzione di tali farmaci è dispensata dal SSR solo ai pazienti affetti dalle patologie per cui tali farmaci sono indicati.

 

Inoltre, si segnala che non è possibile scegliere la “marca” del farmaco ma che il farmacista è obbligato a consegnare ai pazienti la marca come indicata dall’ Assessorato Regionale della Salute. A tal proposito, è importante sottolineare che la bontà del farmaco non dipende dalla marca ma dalla molecola.

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